il restauro dell’ancona e delle altre opere plastiche

Il visitatore che entra per la prima volta nell’abbazia di Villanova, rimane sicuramente impressionato dalla quantità di opere d’arte in essa contenute; si va infatti dai dipinti su tavola e su tela, posti sulle pareti della chiesa, agli affreschi di scuola giottesca che raccontano la vita di San Benedetto posti a destra nella navata laterale, agli altri affreschi che ornano le pareti della chiesa superiore e della cripta, alla presenza di varie sculture.
Nell’ambito dell’opera di riqualificazione intrapresa dall’abate don Pasquali, nel giugno 1996 venne inaugurata una prima serie di restauri, effettuati su molte di queste opere che oggi impreziosiscono la già bella abbazia di San Pietro. Sono presenti alcune opere scultoree in materiale lapideo, la più pregevole delle quali è costituita dall’ancona di San Pietro, dalla quale sono riprodotte le formelle.
Inoltre è presente il gruppo dell’Annunciazione costituita da due bassorilievi, il primo dei quali riproducente l’arcangelo Gabriele, ed il secondo la Vergine Maria; li sovrasta l’Eterno Padre con la colomba, tutti di epoca quattrocentesca.

Da ultimo il pluteo, realizzato come paliotto, (frontale di un altare) probabilmente risalente all’VIII sec, splendido esempio dell’iconografia bizantina, con croce gemmata alla cui base è posto il calice, simbolo del sacrificio della croce, al quale si abbeverano i due pavoni, che simboleggiano le anime che traggono la vita eterna dal sangue di Cristo, con ai lati i due labirinti che rappresentano le vicissitudini della vita umana.
Tutte queste sculture sono state oggetto di restauro e per quanto riguarda l’ancona, (il cui restauro è stato eseguito dal restauratore Giuseppe Fiocco) le problematiche dello stato conservativo evidenziavano una patina sovrammessa con particellato polveroso coerente e l’ipotetica presenza di policromie sottostanti, che in fase di restauro non trovarono conferma. Dal punto di vista strutturale presentava problemi ai pinnacoli e per alcune colonne tortili, incoerenti con l’ancona stessa.

 

Il restauro, è stato eseguito con prove eseguite su parti non evidenti e concordate con la soprintendenza, seguendo successivamente le fasi di asportazione a punta di bisturi degli scialbi sovrammessi; la successiva pulitura con bagni ed impacchi di sali solubili in acqua demineralizzata, dei depositi carboniosi coerenti e la conseguente rimozione dei sali residui con soluzione di acqua demineralizzata a tampone. Per arrivare infine alle stuccature eseguite con miscele di polvere di marmo e calce esenti da sali e resine ed al trattamento protettivo con resine che garantiscano l’invariabilità cromatica.
I risultati sono a tutti evidenti, confrontando le foto dell’ancona prima dell’intervento con la situazione attuale. (Le foto dei tasselli di pulitura evidenzia maggiormente il risultato).
Per quanto riguarda il pluteo bizantino ed il gruppo scultoreo dell’Annunciazione, le problematiche del restauro risultano comuni con quelle dell’ancona ed ulteriormente risultava rilevabile uno scialbo di natura organica visibilmente ossidato a causa dell’originaria collocazione all’esterno del gruppo dell’Annunciazione, a diretto contatto con gli agenti atmosferici.
Da ultimo il pluteo ed il gruppo dell’Annunciazione originariamente posti nella chiesa sopraelevata, sono stati ricollocati in cripta e posti su supporti metallici ed ora si trovano ancora a far bella mostra di sé nell’abside a nord a supporto del Tabernacolo e il gruppo dell’Annunciazione posto nell’absidiola a sud.
Il restauro della cripta, composta di cinque navatelle, realizzato dalle restauratrici Gianna Portinari ed Alessandra Zambaldo ha interessato le volte a vela, ove si è provveduto ad eliminare gli strati di tinteggiatura e scialbatura sovrapposti negli anni, evidenziando l’intonaco e la pigmentazione originaria, chiamata morellone.
Sono stati quindi restaurati tutti gli archi e le colonne in materiale lapideo, attraverso pulitura e consolidamento ed in alcune parti anche con la rivelinatura.
Una parte notevole del lavoro ha interessato l’eliminazione dell’umidità, provvedendo contemporaneamente con interventi interni ed esterni.