esterno dell’abbazia

Tre periodi storico-artistici hanno contrassegnato l’ abbazia: quello romanico, quello di trapasso fra il gotico e gli inizi del rinascimento e infine quello barocco. La facciata, ripresa in epoca barocca, nella parte inferiore è costituita da filari di tufo, mentre nella parte superiore sono impiegati alternativamente sia il tufo che il cotto. Risulta tripartita dalla presenza di due pilastri trapeizoidali, che si innalzano fino all’ innesto nella navata centrale dei salienti obliqui delle navate laterali. Sulla sommità dei pilastri sono inseriti due stemmi dell’ Ordine Olivetano. Lungo la linea di gronda si sviluppa una teoria di archetti ciechi rampanti. Nella zona centrale in alto si trova un rosone a dentelli, che attualmente risulta cieco, in quanto tagliato all’ interno dalla presenza delle volte a vela: tale rosone, probabilmente in epoca gotica, sostituì la bifora centrale. In epoca barocca si è pure proceduto all’ apertura delle tre finestre, una per ogni navata, che compaiono ancora oggi. Anche il portone d’ ingresso con ogni probabilità fu sostituito nel XV secolo: sull’ architrave è scolpita una serie misteriosa di lettere consonanti, tuttora indecifrata.

Il fianco nord e la parte posteriore dell’ abbazia, ad eccezione delle absidi, sono costituiti da grossi blocchi in pietra, che danno di quel lato dell’ abbazia stessa un immagine piuttosto rustica. Le absidi sono realizzate, nella parte inferiore, con filari di tufo alternati ad altri in cotto. Nella parte superiore, invece, l’ unico materiale impiegato è il tufo: quindi, rispetto alla facciata, si nota un’ inversione dell’ ordine di impiego dei materiali. Anche la linea di gronda delle absidi è sostenuta da una serie di archetti ciechi in tufo, come sulla facciata. I restauri del 1935, condotti dalla Soprintendenza, hanno sostituito con copie alcune porte e finestre rustiche. L’abbazia misura m. 33 di lunghezza, m. 14 di larghezza e m. 12 di altezza.